Pubblicato il 25 gennaio 2016 sul sito Anasf Lazio
Il consulente finanziario è un lavoratore autonomo che segue un numero contenuto di clienti che gli affidano i loro risparmi . Questi risparmi rappresentano il suo “portafoglio”.
La sua remunerazione è legata alla gestione, al mantenimento e alla crescita del “portafoglio” stesso.
Deve rispettare delle rigide regole di comportamento pena la sospensione o nei casi più gravi la radiazione dall’albo.
Riepiloghiamo ciò che si può avere rivolgendosi ad un consulente finanziario:
1. ALLINEAMENTO DI INTERESSI – più cresce il portafoglio del cliente più guadagna il consulente
2. MINORI RISCHI – il consulente non ha interesse a proporre al cliente operazioni particolarmente rischiose (in caso di perdita del cliente perde anche lui )
3. ASSISTENZA – se il cliente si sente trascurato disinveste e il consulente ne ha un danno diretto
4. DEDIZIONE E CURA – il numero limitato di persone da seguire garantisce una maggiore attenzione da parte del consulente
5. PERSONALIZZAZIONE degli investimenti in funzione delle proprie esigenze
6. CORRETTA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA – possibile solo attraverso la conoscenza della situazione familiare, lavorativa e personale dei clienti, quindi sono richiesti al consulente competenza, sensibilità e tempo
7. INFORMAZIONE E COINVOLGIMENTO nelle scelte di investimento. Il consulente ha l’obbligo di fornire informazione e assistenza in tutte le fasi del rapporto con il cliente
8. TUTELA – Il consulente finanziario è una delle poche figure professionali che se non si attiene alle regole perde definitivamente il suo lavoro (cancellazione dall’albo )
Ringraziamo per questo contributo la collega Paola Riccioli, consigliere nazionale Anasf.