Da tempo volevo scrivere qualcosa sulla divisione dei ruoli in finanza, prendo spunto da un articolo pubblicato su Investor’s 1/2016 a firma di Fulvio Marchese per fare alcune considerazioni.
Il cliente: partiamo dalla figura centrale della relazione, con una domanda: ci sono ancora persone che pensano di poter fare da sole nella gestione del proprio risparmio? Perché pensano di avere il tempo e/o le competenze per gestire il proprio patrimonio? Perché credono bastino le indicazioni dell’amico, le intuizioni del conoscente, l’abitudine, il caso? Un professionista al proprio fianco che accompagni nelle scelte di investimento nel tempo, con cui confrontarsi e a cui chiedere a volte conforto, che possa usare il più possibile la razionalità è invece un grande vantaggio.
A questo punto però dobbiamo anche chiarire cosa fa il professionista in quella che è una divisione dei ruoli che a volte non è chiara nemmeno agli addetti ai lavori.
“Il consulente finanziario non è un gestore – Il gestore non è un consulente finanziario”*
Il Consulente finanziario è un professionista che crea e mantiene la relazione con il cliente, condivide con lui gli obiettivi, le paure, conosce la composizione del suo patrimonio, ma anche della sua famiglia. Ha parlato con lui di pianificazione finanziaria, di bisogni, di immobili, ha affrontato con il cliente il problema della previdenza e purtroppo anche quello della successione. Sa che il suo cliente è un unico, diverso dagli altri, sa che dalla sua soddisfazione dipende la continuità del rapporto.
Il Gestore è un esperto di mercati finanziari, spesso di un unico mercato su cui opera, è colui che gestisce il fondo, cioè sceglie i singoli investimenti nei limiti delle caratteristiche del fondo stesso e secondo il proprio stile di gestione. Sarà lui a preoccuparsi di come reagire ai mutamenti dei mercati.
Spesso il consulente si sostituisce al gestore, pensa di poter anticipare il mercato, pensa che posizionare il cliente su un mercato al posto di un altro migliorerà le sue performance, purtroppo non è così. Sta facendo un lavoro diverso, potrà ottenere dei risultati oppure no, prendendo però dei rischi che non gli competono e spesso trascurando il suo di lavoro.
Facciamo un esempio, in questo inizio d’anno i mercati ci hanno fatto soffrire molto, il dubbio che spesso ho avuto è di non aver fatto abbastanza: se avessi venduto l’azionario, se avesse aumentato la liquidità….A volte dimentico che se ho scelto dei buoni fondi ben gestiti, se ho diversificato il più possibile, se ho fissato un’esposizione azionaria adeguata al profilo di rischio, saranno i gestori dei fondi a posizionarsi, non posso essere io a rincorrere il mercato, anche perché nel migliore dei casi arriverei troppo tardi!
*dall’articolo di Investor’s- I ricchi non vogliono rischiare sono già ricchi di Fulvio Marchese link Articolo