PIR (Piani individuali di risparmio)

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I PIR sono una forma di investimento che favorisce le imprese italiane, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni. Sono contenitori (fondi,  gestioni patrimoniali) volti a sostenere lo sviluppo economico del paese. Sono stati istituiti per legge, per la verità con un po’ di ritardo rispetto ad altri Paesi, ma sono ora diventati realtà anche in Italia. Lo Stato permette delle agevolazioni fiscali in cambio dell’investimento,  perché le piccole medie imprese possano crescere ed avviarsi verso la quotazione di borsa.  Continua a leggere “PIR (Piani individuali di risparmio)”

Il costo del conto corrente

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E’ notizia fresca fresca che Banca Intesa stia scrivendo a tutti i correntisti per avvisarli che inizieranno a pagare delle commissioni per tenere il denaro sul conto corrente. Già era successo in Svizzera, ma ci sembrava un fatto lontano.

Qualche anno fa il cliente importante, che si sentiva tale perché aveva somme liquide sul conto corrente e per questo veniva corteggiato da tutti, entrava in banca e diceva “quanto mi dà sul conto corrente? Mi hanno offerto il 2!”.

E siccome anche il tasso era oggetto di negoziazione l’impiegato cominciava ad inserire richieste di adeguamento che venivano poi vagliate dalla direzione e approvate, fino a nuova revoca.

Poi abbiamo iniziato a dire che di tassi non si poteva più parlare, dovevamo stare attenti ai costi piuttosto e lo stesso cliente importante iniziava a chiedere sconti su tutto, fino ad arrivare ai conti on line a costo zero.

Ora Banca Intesa ci dice che dobbiamo pagare per tenere liquidità, era una battuta che circolava tra i clienti spiritosi, ci siamo arrivati e c’è da scommetterci che si adegueranno presto anche le altre banche.

Tranquilli però nella famosa lettera c’è scritto che se si desidera investire i costi del conto diminuiranno! Salvo recuperare le commissioni con i costi di ingresso sugli investimenti.

 

I costi dei Fondi

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Se sottoscrivo un fondo comune di investimento sostengo dei costi, più o meno trasparenti. Le principali commissioni sono:

  • Commissioni  di ingresso: si pagano in percentuale alla sottoscrizione, possono essere scontate
  • Commissioni di uscita: in alcune tipologie di fondi comuni, di solito a scadenza
  • Commissioni di gestione: sono implicite, non sono evidenziate nell’investimento, sono già detratte dal valore della quota

I fondi hanno  sempre almeno due classi: una ha un costo di gestione più basso e un costo di ingresso, l’altra ha un costo di gestione più alto perché non ha costi di ingresso.

Su questo si possono creare dei fraintendimenti, posso dire al cliente che non gli faccio pagare  i costi di ingresso e poi comportarmi in due modi:

– scelgo la classe che prevede le commissioni di ingresso così da avere le commissioni di gestione più basse e sconto le commissioni di ingresso

– scelgo la classe che non le prevede, faccio bella figura e poi negli anni faccio pagare le commissioni di gestione più alte

Di solito però non si pone nemmeno il problema le commissioni di ingresso si fanno pagare e buona pace per il cliente! Ci sono fondi che prevedono il 2/3% di ingresso, queste commissioni riducono la performance dell’investimento e il loro incasso giustifica i cambiamenti frequenti nei portafogli.

 Informarsi prima di sottoscrivere e chiedere ad ogni modifica che costo prevede può essere utile.