La finanza comportamentale spiega tutto?

La finanzia comportamentale ci spiega come molte nostre decisioni non sono razionali, vengono invece da quello che possiamo definire stato d’animo: tutti abbiamo vissuto momenti di paura, in quel momento non riusciamo a ragionare su cosa ci convenga fare, ad ascoltare i consigli, abbiamo paura e basta e l’unica cosa che desideriamo è non averne più. Per questo prendiamo iniziative irrazionali, che a posteriori possono essere ancora più dannose.


Conoscere quindi i motivi per cui ci comportiamo in un certo modo è sufficiente? Sapere che se “soffri” di Overconfidence sei portato a sottovalutare i rischi e a crederti invincibile aiuta? Aiuta di sicuro, ma purtroppo non basta. Conoscere è il primo passo, ma non è sufficiente per cambiare. Vuoi qualche esempio?
Lo sai che dovresti smettere di fumare, ma non lo fai.Lo sai che dovresti mangiare più sano, ma non lo fai.


Ho ascoltato un video di Luca Mazzucchelli con Giorgio Nardone esperto sul tema del cambiamento, dedicato proprio a questo tema https://youtu.be/KKDOiEwLbhM

Ecco un estratto delle parole di Giorgio NardoneSe esiste il cambiamento, esiste altresì l a resistenza, un processo naturale dei viventi. Oggi parlare di cambiamento ci deve far considerare queste resistenze, se spiego non riduco le resistenze, ma le incremento, allerto il sistema sul fatto che verrà cambiato. La spiegazione lavora sulla conoscenza, sulla corteccia, mentre il cambiamento parte dalle emozioni. Devo quindi usare delle strategie, far cambiare il sentire e di conseguenza l’agire. Si lavora con stratagemmi in base al disturbo psicologico.
Lo psicologo è più efficace se riesce ad emozionare. Il passeggio dalle emozioni alla corteccia è semplice, dobbiamo partire dalle emozioni”La consapevolezza operativa, l’esperienza mi permette di conoscere come sono, non la conoscenza di come sono. Ci sono casi in cui conoscere può farci male. Come mai la persona tradita è l’ultima ad accorgersene ? Perchè fa troppo male. Perché l’ipocondriaco non vuole fare gli esami? Per proteggersi.
Altro punto di vista: tratto da una newsletter sul Goal Based investment di Luciano Scirè
“Quando subisci un torto, l’ultima cosa di cui hai bisogno è sentire le giustificazioni di chi ti ha ferito. Quello che ti serve, invece, è sapere che la persona che è in errore si assuma la piena responsabilità di quanto accaduto.

Eppure, quando un individuo sbaglia è istintivamente portato a giustificare il proprio comportamento. Questo non fa altro che aggravare la situazione: se hai commesso un errore ma lo neghi, allora mi arrabbio ancora di più.

Come superare la conoscenza e mettere in pratica i suggerimenti della finanza?”
Ecco mie cinque regole:
– parti da te stesso: conosci te stesso, cosa ti sta a cuore, come reagisci alle avversità, a cosa dedichi il tuo tempo e invece cosa faresti se non avessi limiti di tempo e di denaro

– parlane con un consulente finanziario, io sono qui!

– stabilisci con il consulente quali sono i tuoi obiettivi nella gestione del tuo patrimonio, come realizzarli e in quanto tempo

– lascia al consulente la definizione degli strumenti finanziari utili per realizzarli e comprendine le ragioni

– monitora l’andamento dei tuoi investimenti in relazione agli obbiettivi che hai stabilito, tenendo fede ai tempi che hai definito


Facciamo un esempio:

– so che amo il mio lavoro e vorrei dare serenità alla mia famiglia. Dedico molto tempo alla mia attività, se non avessi vincoli mi piacerebbe avere più tempo libero

– ne parlo con il consulente e nella chiacchierata emerge un desiderio: acquistare una casa al mare dove poter lavorare in smart working, qualche giorno alla settimana, per poter fare ad esempio le pause o qualche pranzo in spiaggia

– trasformiamo questo desiderio in un obiettivo, definendo in quanti anni e con quali risorse realizzarlo. Diciamo che con 5 anni di tempo e un buon mutuo si potrebbe fare!

– il consulente mi dirà come investire i miei risparmi per avere tra cinque anni una somma sufficiente e chiedere un mutuo per il resto- valuterò insieme al consulente gli step che mi porteranno a raggiungere il mio obiettivo. Ad esempio dopo un importante crollo di mercato azionario potremmo investire maggiormente.

Questo è il mio esempio, solo partendo da te stesso potrai valutare il tuo. Contattami per una consulenza, parliamone insieme.

Chi decide? La razionalità o le emozioni?

Se a Bologna ci fosse stata la facoltà di psicologia, probabilmente io oggi sarei una psicologa. A volte le cose vanno in modo diverso ed io mi sono laureata in Economia e Commercio, cosa tutt’altro che scontata ai tempi, stiamo parlando di 30 anni fa! 

Si spiega però il mio interesse per tutto quello che governa i nostri comportamenti, nella vita come in finanza. 

La finanza comportamentale studia come le scelte che facciamo quando investiamo siano dominate dai nostri impulsi. Molte delle decisioni che dovrebbero essere razionali in realtà non lo sono: paura, ancoraggi, attesa ci fanno spesso prendere decisioni dannose per i nostri investimenti. La finanza comportamentale quindi, studia le decisioni di investimento delle persone dal punto di vista psicologico. Il suo obiettivo,  è comprendere i comportamenti degli  investitori partendo dalla tesi chele persone non sono completamente razionali come vorrebbero alcune teorie economiche.Benjamin Graham, affermava il maggior problema nonché il peggior nemico di ogni investitore è sé stesso”. Non sarebbero dunque i mercati, ma l’irrazionalità a far si che si realizzino perdite sugli investimenti.

Iniziamo dando un’occhiata alla foto: Il grafico rappresenta l’andamento di un mercato di borsa, non importa quale, e il momento in cui gli investitori entrano o escono dal mercato stesso. 

Posso farvi una domanda: se desiderate una borsa o un costoso cellulare, cercate di acquistarlo in saldo o a prezzo intero? Sembra banale ma non lo è: in alcune situazioni un senso di esclusività ci fa preferire il prezzo pieno. 

Diciamo però che uno sconto potrebbe farci piacere, vediamo invece cosa succede in finanza: mediamente l’investitore compra sui massimi e vende sui minimi. In una prima fase, man mano che il mercato sale, sempre più persone investono spinte da eccitazione ed euforia. Arrivato il prezzo  al massimo, gli investitori saranno sempre più numerosi. Dopo la fase di picco il mercato scenderà e sarà sempre più difficile gestire emotivamente i cali, ad un certo punto, spinti dal panico si venderà sempre di più in maniera incontrollata.

Si capitalizza dunque una perdita e si incolpa il mercato azionario, il destino crudele, la sfortuna…I nervi saldi sono un requisito essenziale per l’investitore e naturalmente affidarsi ad un professionista aiuta! 

Il primo grande nemico dell’investitore è dunque la paura! Paura di perdere il capitale, di averne bisogno all’improvviso, che il mondo finisca su una perdita in borsa. 
Si tratta dell’emozione che impatta di più sulle scelte di investimento! Nei momenti negativi di mercato il panico ci assale guardando le perdite e spesso ci fa propendere per la vendita o comunque per modificare gli investimenti. Solo quando vendo la perdita diventa effettiva, se le scelte sono state fatte con razionalità, perché dimenticarlo? Il consulente può ricordarci in questi momenti che mantenere fede agli impegni presi di solito paga!

All’estremo opposto della paura troviamo un altro errore (bias) molto frequente in finanza: l’overconfidence, ovvero l’eccesso a fiducia in sé stessi e nelle proprie valutazioni.

Si potrebbe dire che il troppo (over) stroppia e fa perdere di vista all’investitore i limiti e i segnali negativi del mercato.

Il comportamento dell’investitore che da razionale diventa eccessivamente fiducioso, può portare a tre gravi problemi, l’investitore:

  • ascolta solo le notizie che confermano le sue decisioni, senza tenere in dovuta considerazione i segnali di allarme. 
  • tende a trascurare l’esperienza passata sia personale che di altri
  • non si preoccupa di diversificare abbastanza, concentra quindi i suoi investimenti su pochi titoli ritenuti vincenti

Soprattutto gli uomini spesso soffrono di overconfidence, ovvero pensano di essere invincibili, di conoscere i mercati meglio di quanto conoscano la loro famiglia e scommettono sul titolo certo che non potrà che guadagnare perché lo hanno letto su Facebook o meglio lo ha consigliato l’amico che ha una “dritta” (una volta era il direttore di banca, ma adesso ha perso un po’ del suo appeal). È l’estremo opposto alla paura: non ho paura di niente, niente può fermarmi, se non lo schianto del portafoglio investimenti. Parliamo infine di avversione alle perdite. Sembra banale: le perdite ci danno fastidio, ma si tratta di ben più di questo.

L’avversione alla perdita significa che una perdita ci fa soffrire molto di più rispetto a quanto ci fa gioire un uguale guadagno, ad esempio una perdita del del 2% produce in noi una sofferenza molto superiore a quanto ci produca piacere un guadagno del 2%.

in alcuni individui la percezione della perdita è due volte e mezzo più acuta rispetto a quella di un guadagno di pari entità.

Quindi un guadagno o una perdita della stessa entità vengono percepiti in maniera diversa: “se uscendo di casa perdessi un euro, per pareggiare questa perdita dovrei trovarne almeno tre rientrando. Se trovassi un solo euro non basterebbe a pareggiare il senso di perdita subita” 

Dobbiamo tenerne conto e cercare con il cliente di definire obiettivi e tempo necessario per raggiungerli, in modo da non soffrire troppo per le singole oscillazioni di mercato. Conoscere questi meccanismi ci aiuta a fare scelte consapevoli, ma se desideri approfondire non esitare a contattarmi.

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La City

Stamattina sono stata dal dentista, lui si reca spesso a Londra dove ha uno studio proprio nella City. Mi ha chiesto come fosse andata la mia quarantena, gli ho raccontato del lavoro da casa, dei mercati a marzo e così via.

Lui ha iniziato a guardarmi con aria interrogativa e mi ha detto: “ma come? Ho parlato con i miei pazienti a Londra, che lavorano quasi tutti nella City e mi hanno parlato di un marzo pieno di opportunità sui mercati, del fatto che hanno lavorato tantissimo per investire nuovo denaro sui mercati azionari e così via”.

Sono uscita dopo quasi due ore, si era una cosa piuttosto delicata, proprio scoraggiata. Perché noi consulenti finanziari in Italia, nel frattempo, cercavamo di convincere le persone a non vendere, resistiamo su percentuali di azionario nei portafogli di investimento dei clienti che se sono al 40 festeggiamo e assistiamo al successo del BTP Italia.

Io personalmente sono molto soddisfatta di non aver disinvestito nemmeno un euro dei miei clienti a marzo, ma da qui a riuscire ad investire in modo massiccio …

Avversione alla perdita

 

perdita

Continuiamo il nostro discorso sulla finanza comportamentale parlando di avversione alle perdite. Sembra banale: le perdite ci danno fastidio, ma si tratta di ben più di questo.

L’avversione alla perdita significa che una perdita ad esempio del 2% produce in noi una sofferenza molto superiore a quanto ci produca piacere un guadagno del 2%. Continua a leggere “Avversione alla perdita”

E’ finito il Black Friday!!!

finanza comportamentale

Ripropongo questo grafico e ringrazio per lo spunto i consulenti che ne hanno parlato sui loro siti. Uno dei miei hobby preferiti è lo shopping, magari non compro niente, ma dare regolarmente un’occhiata alle vetrine mi piace proprio!

Bene, ogni anno il Black Friday sta prendendo sempre più piede, tanto che da almeno una settimana la mail è satura di messaggi con sconti di ogni tipo. Se non bastasse abbiamo anche il Cyber Monday che è proprio oggi mentre sto scrivendo. Nato per le offerte tecnologiche, oggi viene usato per ogni tipo di merce, dai gioielli alle borse. L’occasione di acquistare con sconti interessanti molto prima di Natale fa gola a tutti e tutti i settori ne beneficiano.

Tutti tranne uno: la finanza! L’unico settore che io conosca dove si compra sui massimi e si vende sui minimi, salvo poi dire che non funziona!

Avrei potuto scrivere una bella mail ai miei clienti in questi giorni per suggerire l’acquisto di fondi scontati fino al 20% rispetto a qualche mese fa, non l’ho fatto e non credo ne abbiano sentito la mancanza. Naturalmente è una provocazione, ma se i mercati hanno perso, praticamente tutti negli ultimi due mesi, che non sia il caso di comprare?

L’unico mercato dove si vende quando i prezzi scendono e si compra quando salgono è la finanza, ce lo spiega la finanza comportamentale. Ne parleremo in salotto e in newsletter da gennaio. Per iscriverti alla newsletter puoi cliccare il bottone di fianco (o sotto se sei sul cellulare), ne scrivo una al mese non di più, promesso!