
Ancora Pianificazione finanziaria? Si, ancora! Perché è la base su cui poggia tutto il progetto di investimento. In genere, quando mi si chiede di dare un’occhiata a un portafoglio titoli, noto sempre gli stessi errori: il cliente, proprietario del portafoglio, non conosce le logiche dei vari investimenti e non ha idea del perché sono stati acquistati certi prodotti e non altri non si ricorda quanto aveva investito all’inizio e non conosce i costi che ha sostenuto manca un disegno organico, i vari prodotti sono entrati in base a quello che era più conveniente in quel momento (per la banca). Ecco un esempio di cosa non è una pianificazione finanziaria. Alzi la mano chi non ha vissuto questa esperienza. Il mio metodo: ai miei clienti propongo un percorso fatto di 5 step: Obiettivi -Tempo – Progetto – Condivisione – Firma |
1. La prima cosa è far emergere gli obiettivi personali dell’investimento. Sottolineo personali. Non un generico “guadagnare” o “battere l’inflazione”, ma il dono che voglio fare o farmi. Es.: investo per l’università di mio figlio, per garantirmi una vecchiaia serena, per potermi permettere una casa col terrazzo in centro… e così via. È ciò che di solito chiamo: dare un nome al denaro.Se le domande sono essenziali, altrettanto lo è l’ascolto delle risposte. Se ti intervisto e, mentre rispondi, ti interrompo per darti la soluzione, non sto facendo un buon lavoro. Amo sempre fare il paragone con l’architetto: ci sono interior designer che si riconoscono per la loro firma, cioè le case che arredano sono molto simili a loro, non ai clienti. Non è la strada migliore. |
2. La seconda è definire il tempo entro cui vuoi raggiungere i tuoi obiettivi. Quanto tempo hai per comprarti la casa con il terrazzo? Non è la stessa cosa se parti con un capitale già disponibile e tra 3 anni vuoi traslocare, o se hai meno denaro, ma puoi aspettare. Per tempi brevi dovremo usare strumenti con meno oscillazioni di prezzo, cioè più tranquilli; se invece i tempi sono lunghi si aprono tutte le possibilità. Meno soldi hai e di più pazienza avrai bisogno, anche in proporzione all’obiettivo che vuoi realizzare. |
3. Bisogna elaborare un progetto, cioè tradurre le esigenze in strumenti finanziari concreti. Questo è il mio compito esclusivo. Terrò conto di quanto emerso ai punti precedenti, del tuo profilo di rischio e degli scenari di mercato. Per tornare al nostro architetto: è il momento in cui disegna la piantina, fa i prospetti con i mobili, colora le pareti. Siamo ancora sulla carta o al massimo in 3D. |
4. A questo punto il progetto va condiviso e spiegato, chiarendo costi e opportunità. È la parte più ostica per chi investe, che in genere preferisce delegarla in toto. Invece quasi mai per il consulente è la situazione ideale: meglio piuttosto avere un interlocutore informato e partecipe. Di sicuro è più facile – e piacevole – visualizzare un progetto architettonico che presentare un portafoglio di fondi… ma così è. |
5. Firma del contratto. Siamo alla fine dell’iter preparatorio: da qui in poi parte l’investimento vero e proprio. |
Si tratta di un percorso che richiede cura e tempo ma, se si fa per bene all’inizio, resta fermo come una pietra angolare. E la flessibilità? Dipende…Poi, certo, possono cambiare le esigenze, sopraggiungere imprevisti e nuove variabili di vita; in questi casi sarò sempre pronta a rimodulare qualcosa. Viceversa sarà importante, negli investimenti a lungo termine, tenere fede al progetto anche in momenti negativi di mercato. Mai rimangiarsi la pazienza. Restiamo in contatto, iscriviti alla mia Newsletter da qui |