Se non ci sono figli? A chi l’eredità?

Qualche tempo fa una mia cliente sposata e senza figli mi ha chiesto di fare un investimento solo a nome suo, mentre tutto il patrimonio è cointestato con il marito. Mi ha spiegato che teme che i genitori del marito possano rivendicare qualcosa nel caso lui morisse. Il marito ha fatto testamento a favore della moglie, ma in effetti i genitori, in mancanza di figli, hanno diritto alla legittima. Le ho chiesto se non fossero in buoni rapporti, non è così, quello che la preoccupa è che gli altri figli possano fomentare i genitori ad impugnare il testamento. Se non ci sono figli tutte le regole della successione subiscono una trasformazione ed è proprio questo caso in cui è estremamente utile, direi necessario, ricorrere al testamento.


La successione senza testamento.
Le quote che spettano agli eredi quando non ci sono figli dipendono da come è composta la famiglia, si possono distinguere distinguere diversi casi, vediamo qui un riepilogo, in fondo alla mail saranno invece specificati i casi più frequenti.

Se una persona non ha fatto alcun testamento, alla sua morte si aprirà quella che tecnicamente viene definita la successione legittima, nel caso dei coniugi senza figli, l’eredità senza testamento:

  • – va interamente all’altro coniuge, se non ci sono altri parenti prossimi come i genitori o i fratelli e le sorelle
  • – va per 2/3 al coniuge e 1/3 ai genitori se presenti 
  • – va per 2/3 all’altroconiuge e per 1/3 ai fratelli e le sorelle, se presenti (quest’ultimi, si divideranno la predetta quota in parti uguali);
  • – va interamente ai fratelli e le sorelle, se non ci sono altri parenti prossimi.

Si può ben intuire come, alla morte di uno dei coniugi, i fratelli di questo potranno rivendicare i suoi diritti sull’eredità. 

Coniugi senza figli: il testamentoPer non incorrere in queste situazioni è sempre possibile e assolutamente necessario in questo caso, scrivere un testamento. Con il testamento pur dovendo tener conto della legittima, avrò la possibilità di correggere quanto previsto per legge, in mancanza di figli la legittima spetta al coniuge e ai genitori.  E’ possibile scrivere un testamento in cui si nomina erede universale il coniuge ma, come teme la mia cliente i genitori potrebbero impugnarlo per avere la loro legittima.  Queste di seguito le quote di legittima che andrebbero previste: 

  • Se ci sono i genitori 1/3 andrebbe loro riservato 
  • Se c’è solo il coniuge a lui la metà del patrimonio
  • Se ci sono coniuge e genitori metà al coniuge e 1/4 ai genitori
  • Quello che va oltre queste proporzioni può essere destinato con testamento ad altri, si tratta della quota disponibile

Detto questo, è possibile scrivere un testamento che non tenga conto di queste quote e lasciare ad esempio tutto al proprio coniuge anche se ci sono i genitori, il testamento è valido, però potrebbe essere impugnato. 

La casa coniugale 

Abbiamo visto che al coniuge superstite spetta inoltre anche il diritto di abitazione della casa familiare e dell’uso di tutti gli arredi in essa contenuti (art. 583 c.c.).  

Se il coniuge accetta l’eredità non ci sono problemi, se invece rinuncia? Cosa succede alla casa, non potendo fare un rinuncia parziale? 

Il diritto d’abitazione nella casa coniugale, viene acquisito dal coniuge superstite  in via automatica di diritto, in quanto espressamente previsto a suo favore dal codice civile; non si deve quindi considerare parte della successione legittima o testamentaria. Ne consegue che, anche se il coniuge rinunci all’eredità oppure sia escluso dalla stessa a fronte di disposizioni testamentarie che lo diseredano e decida di non opporsi, comunque manterrà il diritto di abitazione della casa familiare

Un’ultima precisazione: essendo il diritto d’abitazione equiparabile, a livello sostanziale, al diritto d’usufrutto, il coniuge superstite assumerà, in riferimento all’immobile sul quale acquista il diritto, tutti i diritti e gli obblighi anche fiscali ad esso connessi: in particolare in fase successoria potrà richiedere la agevolazione prima casa e sarà tenuto al pagamento degli oneri e delle imposte derivanti dal possesso dell’immobile (ad esempio, al coniuge spetterà il pagamento per intero dell’IMU).