Statisticamente le donne godono di una vita media più lunga.
Se uniamo a questo il fatto di aver lavorato in modo discontinuo, con pause per le maternità, con stacchi “necessari” per crescere i bambini o accudire i genitori anziani, si spiega come il livello retributivo sia così diverso e le pensioni estremamente più basse in media per le donne.
L’attività lavorativa di una donna in Italia, ha meno continuità rispetto a quella di un uomo, e anche ove la continuità ci fosse, le disparità di trattamento economico sono ancora importanti. Interrogarsi su quali obiettivi si vogliano raggiungere con il denaro, come farlo crescere, come si possa costruire una vecchiaia lunga, ma anche serena è una necessità.
Si fa sempre più ripida la strada per le donne madri che vogliono, o devono, mantenere il loro posto di lavoro.
Migliaia di lavoratrici, in Italia, si trovano a fare i conti con l’impossibilità di portare avanti il loro impiego per occuparsi dei figli, il che vuol dire non avere altra scelta se non quella di dimettersi, come puoi leggere anche in questo articolo.
I numeri.
Dal 2011 al 2017 – i dati sono dell’Ispettorato del lavoro – più di 165.000 donne hanno lasciato il posto di lavoro, principalmente per “incompatibilità tra l’occupazione lavorativa e le esigenze di cura della prole”, si legge nell’ultimo monitoraggio aggiornato al 2017, che, con 30.672 dimissioni e risoluzioni contrattuali di lavoratrici madri (pari al 77 per cento del totale) ha fatto registrare il numero più alto degli ultimi sette anni.
Questi dati dovrebbero farci riflettere. Dovremmo diffondere maggiormente la cultura della pianificazione finanziaria tra le donne, per aiutarle a costruirsi gradualmente una vecchiaia serena.
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