Violenza e indipendenza economica

La violenza sulle donne spesso si incrocia con la mancanza di indipendenza economica. 

 All’interno della coppia la violenza economica è quella forma di violenza e controllo che va dal controllo delle spese, all’esclusione della compagna dalla gestione del patrimonio, dalla richiesta di lasciare il lavoro, al dilapidare il capitale di famiglia o all’indebitarsi all’insaputa della donna.

“Donne invisibili” nella società: una su due ha subito una forma di violenza economica, a questo si aggiunge la mancanza di un reddito autonomo e a volte nemmeno la possibilità di avere un proprio conto corrente perché quello familiare lo amministra il compagno o il marito. Il 17% delle donne che lavorano non hanno un conto in banca. Puoi leggere tutto l’articolo qui. 

Si tratta dell’innesco più subdolo per isolare una donna facendole perdere l’indipendenza. La violenza economica peggiora le condizioni di una donna: ed è proprio la mancanza di un reddito autonomo ad azzerare la libertà di scelta e di autodeterminazione, oltre che l’autostima.

 Da questo, per arrivare alla violenza fisica il passo è breve, e questo non succede solo nei ceti meno abbienti. 

 A questo proposito ricordo molto chiaramente una conversazione con un avvocato che segue le donne della “Bologna bene” che subiscono violenza. Mi ha raccontato che uniscono alle loro terribili esperienze la vergogna di subire violenze da uomini insospettabili e “rispettabili” e mai si rivolgerebbero ad un consultorio, avendo da perdere anche il buon nome della famiglia. 

 Se una donna subisce un compagno violento spesso è perché non è indipendente economicamente, perché ha rinunciato ad una professione, magari per crescere i figli. 

 Tutti abbiamo bisogno di occuparci del proprio denaro, noi donne un po’ di piu!