E se non ho eredi?

Difficile non avere eredi, piuttosto diciamo “e se non ho eredi che mi interessano”?
Il lontano cugino che non so nemmeno chi sia è considerato erede per legge, ma mi interessa che abbia il mio patrimonio? O preferisco piuttosto lasciare la mia eredità ad un amico o alla associazione di volontariato a cui mi sono dedicato in vita? Oppure mio fratello con cui discuto da sempre, è giusto che erediti i miei beni?


Le legge ci dice che se la persona muore il suo patrimonio deve essere passato ad altri, secondo il principio che un patrimonio deve sempre avere un proprietario, per evitare che i “beni non abbiano padrone” sono stabilite delle regole per il passaggio.

Sono individuati degli eredi legittimi che in base al grado di parentela avranno l’eredità.

Prima di tutto il coniuge, i figli o in assenza dei figli i genitori e questi sono anche eredi legittimari, cioè hanno diritto alla legittima, se non ci sono questi eredi si cercano gli altri secondo gradi di parentela sempre più lontani.

Se anche entro il sesto grado non si trova nessuno, l’eredità andrà allo Stato.

Come si calcola il grado di parentela? Si parte dal defunto, se non ha eredi diretti (figli, coniuge e genitori) si vede se ha fratelli, in mancanza di fratelli si arriva al nonno e dunque agli zii e ai cugini, via via sempre più lontani. Trovato qualcuno, si stabilisce il legame comune e si contano quanti passaggi ci sono.

Ad esempio tra me e mio cugino, lo stipite comune è il nonno, i passaggi sono: io, mio padre, il nonno, lo zio, il cugino. Si tratta di cinque persone, ma per convenzione si toglie lo stipite e dunque saremo parenti di quarto grado.

Se non ci sono cugini, si passerà al bisnonno, ai suoi figli e nipoti, ad esempio: io, mio padre, mio nonno, mio bisnonno, mio prozio, suo figlio, suo figlio, si tratta di 7 passaggi, tolto lo stipite che è il bisnonno, abbiamo il sesto grado di parentela, l’ultimo che la legge considera per l’eredità.

Vedi bene che si tratta di persone che potrei nemmeno conoscere, per questo è necessario fare testamento. Lo Stato, come erede di ultima istanza, eredita per evitare che ci siano patrimoni non attributi a nessuno, si parla di eredità vacante quanto non ci sono eredi entro il senso grado o tutti abbiano rinunciato all’eredità. Lo Stato non può rinunciare, non ne avrebbe nemmeno motivo, visto che non si accolla i debiti del defunto, a differenza di ogni altro erede. La ricerca di questi parenti lontani può essere molto difficoltosa, possono occuparsene gli avvocati o apposite associazioni che puoi trovare anche on line.

Con il testamento se non ci sono eredi diretti: coniuge, figli o in mancanza i genitori, posso fare quello che voglio. Non ho obblighi verso nessuno, nemmeno verso i fratelli.

Spesso le persone mi chiedono se sono obbligate a lasciare qualcosa ai fratelli: NO. I fratelli non hanno diritto alla legittima. Posso destinare miei beni ad uno o più amici, oppure ad una OnLus che rispecchia i miei valori o che mi ha aiutato in vita. Nel sito delle associazioni ci sono tutte le indicazione per come fare testamento a loro favore, una parte importante del loro sostentamento viene proprio da qui. Posso anche indicarne più di una, magari senza esagerare, ricordo il testamento di una signora che fece impazzire il mio cliente che dovette occuparsene: aveva indicato circa venti enti in Italia e all’estero a cui destinare piccole somme.

qui vorrei dire che, va bene il testamento olografo che possiamo scrivere da soli con una biro e un pezzo di carta, ma magari confrontati con qualcuno perchè non sia poi un problema realizzare le tue volontà. Io sono senz’altro disponibile per una chiacchierata.


Le tasse. Se non ho eredi diretti le tasse di successione sono le più alte. Non c’è franchigia, cioè si pagano sull’intero patrimonio che va in successione all’aliquota massima dell’8 %.Spesso le persone che non hanno eredi dispongono con polizza dei loro beni, la polizza non va in successione in quanto il beneficiario a cui andrà in caso morte non è designato in seguito alla morte appunto, ma per atto tra vivi. Questo comporta che non si paghino le tasse di successione. Tuttavia è sempre possibile che l’Agenzia delle Entrate in caso di accertamento riqualifichi la polizza e richieda il pagamento di quanto dovuto.
Le onlus non pagano le imposte di successione sulle eredità a loro destinate. E naturalmente nemmeno lo Stato.

Quanto pagherai se riceverai una eredità?


E “finalmente” parliamo di tasse! L’imposta di successione è una tassa che devono pagare le persone che ricevono in eredità un patrimonio.

La tassa, abolita nel 2001 è stata reintrodotta nel 2016, si parla da anni di una sua revisione, per aumentare le entrate fiscali, ma al momento sono solo stati presentati dei disegni di legge. 

La denuncia di successione deve essere presentata entro un 1 anno dal decesso all’Agenzia delle Entrate. Dal 2019 tutto avviene in via telematica, può essere presentata da un notaio, da un commercialista o dal Caaf, in base alla scelta fatta dagli eredi.  Una volta presentata la dichiarazione, sarà poi l’ Agenzia delle Entrate a calcolare la tassa di successione. Non si presenta la dichiarazione di successione per patrimoni minori di 100.000 se non sono presenti immobili e se gli eredi sono diretti. 

Ma come funzionano le tasse di successione nel nostro Paese? Beh dipende da chi è l’erede, ci sono eredi agevolati e altri meno: più la parentela è stretta meno tasse si pagano.

Le tasse di successione si basano su due elementi: l’aliquota e la franchigia, intanto che cosa sono?

L’aliquota è la percentuale che viene richiesta come tassa. Parte da un minimo del 4% per arrivare a 8%. Si calcola sul totale della eredità: denaro, immobili, altro, una volta tolta la franchigia. 

La franchigia è dunque la parte della eredità su cui non si pagano tasse, per ridurre il prelievo fiscale e agevolare alcuni eredi. 

Entrambi questi strumenti agevolano i parenti prossimi, vediamo come:

  • Eredi diretti: coniuge, figli e genitori in mancanza di figli, hanno una franchigia di 1.000.000 di euro a testa e sul restante pagano un’aliquota del 4%
  • Fratelli: franchigia di 100.000 euro e aliquota 6%
  • Parenti fino al 4’ grado: 6% e nessuna franchigia
  • Altri eredi: nessuna franchigia e aliquota 8%
  • Eredi disabili: franchigia 1.500.000 a prescindere dal grado di parentela

Le tasse si pagano sul totale della massa ereditata, si considerano il denaro e gli investimenti, gli immobili, i beni mobili registrati. 

Esistono però degli investimenti esenti (titoli di Stato, Pir) e altri strumenti che per loro natura non entrano in successione (polizze). Beni mobili, denaro e gioielli si aggiungono nella percentuale del 10% del valore complessivo netto dell’asse ereditario a meno che non si scelga di fare l’inventario e valutare così questi beni singolarmente. 

Immobili Come si calcola il valore degli Immobili?

In teoria per il calcolo delle imposte dovremo utilizzare i valori reali di mercato dei beni che cadono in successione, ma l’ Agenzia delle entrate ci dice che per non avere accertamenti fiscali si possono tranquillamente utilizzare i valori catastali, determinati come vedremo di seguito.Quindi punto di partenza sono i valori catastali che troviamo nelle visure catastali: la rendita catastale per le case, il reddito domenicale per i terreni. Per gli immobili la rendita catastale si rivaluta del 5%, e si moltiplica per un coefficiente che dipende dal tipo di immobile. Si determina così il valore imponibile.
Esempio, se la rendita catastale fosse 1000, prima si rivaluta del 5%, poi si moltiplica per 115,5 se si tratta di prima casa. Risultato 121.275. Se è seconda casa il moltiplicatore è 120.
Oltre all’imposta di successione bisogna versare anche l’imposta di trascrizione, detta anche ipotecaria, e l’imposta catastale.La prima nella misura del 2% del valore attribuito agli immobili, la seconda nella misura dell’1% dello stesso valore. In entrambi i casi, per ognuna delle due imposte occorre corrispondere almeno una misura fissa di 200 euro, con eventuali ulteriori agevolazioni se si tratta di prima casa per uno degli eredi.

Le due imposte, ipotecaria e catastale, vanno pagate prima di presentare la dichiarazione di successione.

Italia paradiso fiscale

Le tasse di successione in Italia sono molto basse rispetto agli altri Paesi europei, per questo da anni si parla di un adeguamento, inteso come aliquote più alte e franchigie ridotte. Si parla anche da tempo della revisione dei valori di catasto, su cui vengono calcolate le tasse sugli immobili, vedremo se e quando succederà.

Per dare un’idea, su una eredità di un milione di euro a favore di un figlio le tasse in Italia sono 0, sarebbero 195.000 euro in Francia 75.000 euro in Germania. Ormai fuori dall’Unione Europea, sarebbero 250.000 euro in GB. 

Insieme alla patrimoniale questo è un ambito in cui c’è molto da recuperare per le casse dello Stato. Ove possibile si cerca quindi di sfruttare queste regole ancora vantaggiose per anticipare il passaggio del patrimonio, utilizzando ad esempio le donazioni. 

Se vuoi approfondire e valutare come poter sfruttare le attuali aliquote, contattami per un appuntamento.

Le tasse di successione

scala

E finalmente parliamo di tasse! Come funzionano le tasse di successione nel nostro Paese? Beh dipende da chi è l’erede, ci sono eredi agevolati e altri meno, più la parentela è stretta meno tasse si pagano.

Le tasse di successione si basano su due concetti : l’aliquota e la franchigia, entrambi questi strumenti agevolano i parenti prossimi, vediamo come.

  • Eredi diretti: coniuge, figli e genitori in mancanza di figli, hanno una franchigia di 1.000.000 di euro a testa e sul restante pagano un’aliquota del 4%
  • Fratelli: franchigia di 100.000 euro e aliquota 6%
  • Parenti fino al 4′ grado 6% e nessuna franchigia
  • Altri eredi: nessuna franchigia e aliquota 8%
  • Eredi disabili: franchigia 1.500.000 a prescindere dal grado di parentela

Le tasse si pagano sul totale della massa ereditata, si considerano il denaro e gli investimenti, gli immobili, i beni mobili registrati. Esistono anche degli investimenti esenti (titoli di Stato, Pir) e altri strumenti che per loro natura non entrano in successione  (polizze).

Sono molto basse rispetto agli altri paesi europei, per questo da anni si parla di un adeguamento, inteso come aliquote più alte e franchigie ridotte, oltre alla revisione dei valori di catasto, vedremo!

Se intanto vuoi approfondire e capire come poter sfruttare le attuali aliquote, contattami per un appuntamento.